13 febbraio 2019
“Oggi abbiamo incontrato tutta la filiera del latte ovino e caprino, dalle associazioni dei produttori ai trasformatori. L’incontro, a cui hanno preso parte con me anche l’assessora regionale all’Agricoltura, Enrica Onorati, e il capo di Gabinetto, Albino Ruberti, e’ stato utile e ha fissato obiettivi a breve, medio e lungo termine. Innanzitutto il tavolo delle associazioni dei produttori e i trasformatori ha riconosciuto alla Regione Lazio la tempestivita’ e l’impegno su questo problema. Come Arsial faremo iniziative di promozione per sostenere la qualita’ del latte del Lazio e dei suoi prodotti, oltre a una adeguata comunicazione, per esempio nelle scuole con il progetto ‘Sapere i sapori’, per instaurare una grande alleanza tra i produttori e i consumatori basata sulla qualita’ del latte del Lazio. Al tavolo e’ emersa una critica alla gestione del Consorzio del pecorino romano che pero’ vede una regia in Sardegna. Nella nostra regione il panorama e’ migliore, perche’ qui c’e’ gia’ un sistema per cui ad alcuni pastori viene pagato il latte sulla base del principio della qualita’ e questo consente ad alcune aziende che lavorano bene di ricavare qualche centesimo in piu’. A oggi, la media del prezzo del latte nel Lazio e’ di circa 80-85 centesimi al litro. Abbiamo istituito una commissione paritetica che ci consentira’ di sviluppare al massimo il concetto di tracciabilita’ e qualita’ del prodotto, in modo che il consumatore possa distinguere il latte della regione Lazio. Questo portera’ a un disciplinare con delle etichette che permetteranno di riconoscere il prodotto”. Lo ha dichiarato Antonio Rosati, presidente di Arsial, l’Agenzia per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio, in un’intervista all’agenzia Dire sulla questione del latte e delle proteste che nei giorni scorsi hanno visto scendere in strada i produttori sardi e che hanno visto coinvolto in qualche modo anche il Lazio.
Scritto da Redazione
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