5 dicembre 2018
Il cibo per unire, per costruire ponti fatti di dialogo, incontri e confronti. Il cibo per la pace e l’integrazione tra i popoli di culture e religioni diverse. È questo il cuore della giornata di studio organizzata da Arsial e Greenaccord a Roma, nell’aula magna Augustinianum, a San Pietro, dove esperti, studiosi e studenti delle scuole alberghiere e agrarie del Lazio hanno discusso di buone pratiche legate al valore e al significato del cibo.
Dalle storie di integrazione raccontate da diverse realtà attive nel settore, come Capodarco e Semi di libertà, fino alle azioni quotidiane e individuali in grado di diventare vere e proprie scelte di campo contro lo spreco alimentare, il cibo può davvero rappresentare il grimaldello per riscoprire e rimettere in campo valori come la solidarietà e l’inclusione, ma anche l’identità e la difesa della terra e del lavoro agricolo.
Una particolare rilevanza ha assunto la tavola rotonda tra i rappresentanti delle principali religioni per spiegare le differenze alimentari tra i diversi culti e favorire il dialogo interreligioso. Cattolicesimo, Ebraismo, Islam e Induismo seduti insieme allo stesso tavolo hanno condiviso il rispetto per il creato e per ogni forma di vita.
“Il cibo è il più potente fattore sociale contemporaneo, chi lavora intorno al cibo ha la possibilità di fare incontrare le persone, di spezzare la solitudine. In Italia ci sono 5 milioni di poveri, ma anche la contraddizione dell’obesità e dello spreco di cibo. Ecco perchè ogni volta che facciamo la spesa possiamo mettere in atto un gesto politico, nel senso nobile del termine, scegliendo prodotti che tutelino il lavoro degli agricoltori, la nostra identità e la terra”, ha detto il presidente di Arsial, Antonio Rosati, che ha lanciato per gennaio un bando rivolto alle scuole per le migliori pratiche contro gli sprechi. “Dal cibo- ha aggiunto- può partire un mondo più giusto, un nuovo Umanesimo”. Di fronte una platea di alunne e alunni, il mondo delle associazioni e quello religioso, che hanno portato la loro testimonianza. “Il cibo, nella storia dell’alimentazione, rappresenta un elemento unificatore e di conoscenza delle persone e della loro cultura- così il presidente di Greenaccord, Alfonso Cauteruccio- Le religioni, inoltre, hanno un denso rapporto con il cibo ed il suo significato, con spunti di riflessione, di condivisione e di simbologia”.
Scritto da Redazione
.20/05/2019
Apertura nuovo circolo PD Casal bruciato
13/05/2019
Per un nuovo Umanesimo in Europa
2 febbraio 2020
19 novembre 2019
2 ottobre 2019
11 settembre 2019