13 novembre 2018
Imparare la scienza degli alimenti, le tecniche di accoglienza, l’agronomia e l’enologia. Ma anche la psicologia del cliente, il public speaking e la giusta postura.
Non chiamatelo semplicemente ‘servizio in sala’, perche’ quella che insegna Intrecci e’ una vera e propria arte, un nuovo modo di intendere un lavoro che “non si fa in attesa di fare altro, ma e’ per la vita”. Parola di Dominga Cotarella, ultima generazione della famiglia di enologi e produttori vitivinicoli da sempre radicata nell’Alta Tuscia. È lei che ha avuto l’intuizione “un po’ folle” di aprire la scuola, presentata stasera all’enoteca regionale Vyta di via Frattina. Con Dominga Cotarella, anche gli studenti di Intrecci, il presidente di Arsial, Antonio Rosati, il sindaco di Castiglione in Teverina, Mirco Luzi, e l’assessore regionale al Turismo, Lorenza Bonaccorsi. Tutto intorno, le eccellenze dell’Alta Tuscia e di Castiglione in Teverina, che ospita la scuola nel complesso del suo Museo del vino. “Sono particolarmente contento- ha detto Rosati- perche’ abbiamo qui un triangolo virtuoso, turismo, cultura e cibo, che io chiamo economia della bellezza. Intrecci e’ una idea straordinaria, una scuola di formazione molto particolare”.
E lo e’ anche il territorio dell’Alta Tuscia e di Castiglione in Teverina, ha ricordato il sindaco, “con straordinarie potenzialita’ soprattutto per i vini”. Lo testimoniano le aziende Falesco, Sergio Mottura, Papalino, Trebotti, San Giovenale, Paolo e Noemia d’Amico e Etruscaia che oggi hanno portato le loro etichette a Roma, ma anche gli olii Colli della regina e Nenfro, i formaggi dei fratelli Pira fattoria Radichino e i salumi ArtigianCarni.
Scritto da Redazione
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